Ogni giorno assistiamo impotenti alle immagini di una guerra che sembra lontanissima, come se appartenesse a un’altra galassia. Ma non è così: quel conflitto si svolge sul nostro stesso pianeta, nella nostra casa. Ogni mattina ci svegliamo nei nostri letti confortevoli, facciamo colazione, scegliamo cosa mangiare a pranzo e a cena. Accompagniamo i nostri figli a scuola, la sera raccontiamo loro favole dolcissime della buonanotte, dipingendo l’illusione di un mondo buono e meraviglioso. Ci inganniamo, mentiamo a noi stessi, ai nostri figli, a tutti.
Quello che accade a Gaza ci coinvolge profondamente. Sono oltre 50 mila i bambini uccisi, fucilati, torturati e morti di fame. Ostaggi nelle carceri, sottoposti a torture e violenze indicibili. Donne massacrate e violentate. Persone in fila per un pezzo di pane, brutalmente assassinate. Tutto questo è permesso dal mondo occidentale e dalle aziende che finanziano un genocidio tra i più atroci della storia.
A scuotere le coscienze è stata Francesca Albanese, relatrice Onu per i territori palestinesi, che rischia sanzioni dagli Stati Uniti per aver raccontato la verità.
Francesca ci descrive ciò che avviene nella Striscia di Gaza: atrocità indicibili, bambini che si addormentano piangendo per la fame tra le braccia dei genitori, bambini scheletrici, di appena 4 anni, che muoiono perché proibito loro di mangiare.
Bambini che ingeriscono sabbia, pietre, terra… persino le proprie feci.
È fondamentale che la società civile e politica conosca questa realtà, affinché la verità risuoni forte. Per questo, come Associazione, vogliamo dare voce a questa verità che illumina un mondo spesso silenzioso, alle parole di Francesca Albanese. La verità, nulla oltre la verità. Noi stiamo dalla parte della verità e chiediamo che tutto questo finisca, che il mondo si unisca per liberare i civili!
Questa storia ci tocca da vicino. È la nostra storia, quella dell’umanità. Cosa racconteremo un giorno ai nostri figli? Ai giovani del futuro? Cosa abbiamo fatto per opporci a tutto questo? Nel nostro piccolo, desideriamo diffondere la verità di Francesca Albanese…
In una recente intervista al Fatto Quotidiano, firmata dal giornalista Giampiero Calapà, Francesca Albanese ha affermato che «la fame nella Striscia di Gaza è voluta e pianificata da Israele». Si tratta di una strategia: «È un crimine scientificamente calcolato dal governo israeliano, un obiettivo per spingere i palestinesi sopravvissuti a emigrare, nel fenomeno che a Tel Aviv chiamano migrazione volontaria». Albanese, attualmente sottoposta a sanzioni Usa, racconta che «i genitori dicono che i loro figli piangono fino a addormentarsi per la fame». E che uno Stato «che compie un genocidio» non può distribuire aiuti.
Francesca Albanese parla di genocidio, e ha ragione: «È uno dei genocidi più crudeli della storia, perpetrato con tecnologie e mezzi del Ventunesimo secolo». Kaïs Saied, presidente della Tunisia, ha mostrato all’inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump le foto di bambini denutriti di Gaza, tra cui quella di un bambino in lacrime che mangia sabbia. È quasi inconcepibile accettare che la fame protratta per mesi spinga a mangiare terra e pietre. I palestinesi della Striscia sono privati di tutto: Israele mira a ridurli, bambini compresi, allo stato ferino.
Albanese spiega che ai palestinesi è vietato persino bagnarsi in mare: «Devono negare ai disperati, privi di acqua corrente, anche la possibilità di lavarsi. Sono tutti elementi dello stesso progetto criminale di Israele, attuato con il pieno sostegno e la complicità degli Stati Uniti». Secondo la relatrice Onu, il progetto finale è la pulizia etnica: «In atto con il genocidio nella Striscia di Gaza, ma anche con lo svuotamento della Valle del Giordano e l’installazione di altri 300 check-point in Cisgiordania».
Con la Gaza Humanitarian Foundation, spiega Albanese, «è stato creato un meccanismo infernale. Il presidente Herzog ha dichiarato: “Israele è fermamente impegnato nel rispetto delle norme del diritto internazionale umanitario. Anche in guerra, facciamo tutto il possibile per aiutare i civili, in conformità con il diritto internazionale e i nostri valori israeliani ed ebraici”. Ma questo non è una guerra, visto che non c’è un esercito palestinese schierato contro Israele».
Infine, Albanese denuncia la complicità dell’Italia: «Possiede il 30,2% di Leonardo, azienda che dovrebbe essere chiamata a rispondere per la fornitura di armi utilizzate da Israele in questo genocidio. Gli azionisti devono sapere che stanno facendo affari sulla morte dei bambini, sulla malnutrizione mostrata da immagini drammatiche, come quella di Osama al-Raqab, 5 anni, di Khan Younis, pubblicata in prima pagina sul Fatto Quotidiano. L’Italia ha il dovere di vigilare».
di Rosa Mancini






